top of page

J COLE

FOREST HILLS DRIVE

A volte ci si trova ad ascoltare un disco partendo senza grosse aspettative, giusto per occupare del tempo libero o per avere un sottofondo musicale adeguato mentre si fa altro. Il mio primo ascolto di “ 2014 Forest Hill Drive ” è avvenuto proprio così; muovevo distrattamente il collo su e giù a ritmo con le batterie, canticchiando qualche ritornello molto catchy o particolarmente riuscito, immaginando le scene di qualche vicenda e captando i messaggi che recepivo a intermittenza quando mi capitava di prestare più attenzione a ciò che usciva dalle casse. Ancora non mi rendevo conto di ascoltare quello che sarebbe poi diventato uno dei miei dischi preferiti.

 

2014 Forest Hill Drive ” è uno di quei lavori che potrebbe non catturare subito l’attenzione dell’ ascoltatore medio; non è un progetto trap, l’autotune è pressocchè assente, i beats sono di stampo classico (pur mantenendosi attuali grazie a 808 e batterie che, in alcuni episodi, strizzano l’occhio ad un sound più moderno) e soprattutto Jermaine Lamarr Cole, in arte J Cole, non è per niente il prototipo del rapper che potrebbe spopolare in classifica negli USA, bensì fa parte di quel gruppo ristretto di MC’s che hanno fatto della loro musica, oltre che un mezzo per arricchirsi ed avere un riscatto dal loro passato difficile, anche uno strumento per lanciare un messaggio di cambiamento alla comunità di colore (non per niente lui e Kendrick Lamar, oltre ad essere ottimi amici ed aver collaborato assieme in precedenza, sono al lavoro da qualche anno su un disco insieme e condividono una visione della musica molto simile).

 

La sua biografia è già di per se particolare; Cole è nato al 97th General Hospital, l’ospedale di una base militare statunitense a Francoforte, in Germania, da madre bianca e padre afroamericano. Il fatto di essere mulatto ha inciso molto sul suo carattere; egli stesso ammette di essere stato influenzato dal modo di vivere e di pensare delle persone bianche, ma afferma di sentirsi comunque nero a tutti gli effetti, anche perchè la gente si rendeva conto del fatto che fosse di razza mista solo nel caso in cui fosse stato lui a rivelarlo o aprendo la sua carta d’identità.

 

2014 Forest Hill Drive ” esce per “ Roc Nation ”, l’etichetta di Jay Z, il primo che aveva creduto in J Cole offrendogli un contratto dopo la buona prova offerta con il suo mixtape “ The Comeup ”. Il titolo fa riferimento all’indirizzo della casa in cui è cresciuto a Fayetteville in  North Carolina (curiosità: l’edificio, vero e proprio luogo sacro della sua infanzia, venne venduto da sua madre che non riusciva più a pagare le spese per mantenerla e fu ricomprata successivamente da J Cole dopo il successo discografico). 
Nessun singolo, neanche lo straccio di un’ intervista promozionale, solo un annuncio tre settimane prima dall’effettiva uscita del disco sui social network con pre-order digitale e fisico, scelta simile a quella di
Drake per la pubblicazione di “ If You’re Reading This It’s Too Late ”.

 

Dal punto di vista delle produzioni Cole sceglie di occuparsi della maggior parte dei beats, non affidandosi più al mentore No I.D. e facendosi aiutare da altri nomi più o meno noti (Illmind, Vinylz, Willie B, Cardiak ecc) mantenendo il sound omogeneo ma mai ripetitivo, variando i bpm da lenti a più sostenuti, mischiando sample soul con linee di basso aggressive e riuscendo a rendere tutte le 13 tracce godibili e mai pesanti.

 

Il disco si apre con una domanda all’ascoltatore (“ Do you wanna, do you wanna be, free / Do you wanna, do you wanna be, happy ”) che ci fa entrare fin da subito nel viaggio e nel mood del progetto; c’è subito spazio per lo storytelling con Wet Dreamz, racconto della sua “ prima volta ” (“ I want it bad, and I ain't never been obsessed before / She wrote a note that said "You ever had sex before? "") e “ 03 Adolescence ”, una sorta di autobiografia dei tempi della scuola, incentrata sui suoi primi amori e le amicizie maturate in quel periodo. (“ I grew up, a fucking screw up / Tie my shoe up, wish they was newer / Damn, need something newer / In love with the baddest girl in the city, I wish I knew her / I wish I wasn’t so shy / I wish I was a bit more fly ”).

Con “ A Tale Of 2 Citiez ” (titolo che fa riferimento al romanzo storico di Charles DickensRacconto di due città ”) assistiamo ad un cambio di atmosfera; si passa dai fleshback e i richiami quasi onirici e sognanti ad un racconto crudo della realtà criminale nelle strade delle grandi città su un beat cupo e aggressivo di Vynilz (“ Last night I had a bad dream / That I was trapped in this city / Then I asked is that really such a bad thing? They robbin' niggas on the daily / Can you blame a nigga that ain't never had things? Guess not ”).

Si prosegue con “ Fire Squad ”, su una strumentale dal sapore più old prodotta dallo stesso J Cole, che ci scivola con maestria dispensando rime da battaglia e frecciatine più o meno velate alla scena e all’industria musicale (“ History repeats itself and that's just how it goes / Same way that these rappers always bite each others flows ”, “ While silly niggas argue over who gon' snatch the crown / Look around, my nigga, white people have snatched the sound / This year I’ll prolly go to the awards dappered down / Watch Iggy win a Grammy as I try to crack a smile ”).

Successivamente troviamo “ G.O.M.D ”, traccia arricchita da un ottimo videoclip che ricalca l’ atmosfera di Django Unchained di Tarantino, che fa muovere la testa e da un’ottimo assaggio della tecnica di Cole (“ I know the reason you feel the way / I know just who you wan' be / So everyday I thank the man upstairs / That I ain't you and you ain't me, Get off my dick ”) e “ No Role Modelz ” su una produzione stupenda di Phoenix Beats (e co-prodotta dallo stesso Cole).

Meritano una menzione particolare anche “ Apparently ” e “ Love Yourz ”. La prima ci riporta ancora indietro ai tempi dell’ infanzia di Jermaine a Fayetteville, raccontando anche il suo stato d’animo durante la sua permanenza a New York distante da sua madre (“ Think back to Forest Hills, no perfect home / But the only thing like home I've ever known / Until they snatched it from my mama and foreclosed her on the loan / I’m so sorry that I left you there to deal with that alone / I was up in New York City chasing panties, getting dome / Had no clue what you was going through, how could you be so strong? ”) mentre “ Love Yourz ” potrebbe essere il manifesto del “ way of living ” di J Cole; contiene la sua filosofia di vita e il messaggio che vuole lanciare ai suoi ascoltatori (“ On the road to riches listen this is what you'll find / The good news is nigga you came a long way / The bad news is nigga you went the wrong way ”, “ For what's money without happiness? / Or hard times without the people you love ”).

 

2014 Forest Hill Drive ” ha venduto 335.000 copie solo nella prima settimana, debuttando primo su Billboard e raggiungendo 1 milione di copie entro novembre 2015. J Cole è inoltre il primo artista ad aver vinto il disco di platino per un disco senza featuring ( insieme a leggende come Wu Tang e LL Cool J ) a soli 25 anni; questo la dice lunga sul presente e il futuro di questo MC/produttore che, seguendo il filone sdoganato dal rapper di Compton Kendrick Lamar, si rivolge ad un pubblico multietnico ma facendo particolare attenzione alla sua gente, cercando di sfruttare la posizione raggiunta per cambiare davvero qualcosa nella “mentalità” di chi ascolta.

 

TRACKLIST:

1-Intro
2-January 28th
​3-Wet Dreamz
4-03' Adolescence
5-A Tale of 2 Citiez
6-Fire Squad
7-St. Tropez
8-G.O.M.D.
9-No Role Modelz
10-Hello
11-Apparently
12-Love Yourz
13-Note to Self

J COLE BEING J COLE:

INTERVIEW POWER 105.1

Scritto da : 1AG

bottom of page