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ANDERSON PAAK

MALIBU

California, Usa.

L 'ingordigia dei nostri giorni fa si che quella lunga lingua di terra bagnata dal Pacifico non sia altro che un sinomino di ricchezza, successo ed eccesso.

L' altra faccia della medaglia, però , di un territorio tanto affascinante quanto spietato è fatta di violenza, povertà, depressione e solitudine. Molto spesso, pigrizia e superficialità fan si che la medaglia sia osservata solo da un lato, senza prestare attenzione ai segreti nascosti dietro di questa. 

C'è chi , quotidianamente , vive questi segreti e pian piano affonda con loro, tenendoli nascosti dentro di sè.

C'è chi, invece, i segreti li racconta, o meglio, sceglie di cantarli e Anderson Paak, all'anagrafe Brandon Park Anderson , è proprio uno di questi. 

 

Come " Venice ", primo album del figlio di Oxnard, anche " Malibu " deve il suo nome ad una delle più celebri spiagge losangeline. Se il primo album ha un carattere più sperimentale, soprattutto a livello di sonorità, " Malibu " si presenta con un tono più soul e colloquiale, creando una perfetta amalgama tra passato e futuro. 

" I learned my lessons from the ancient roots / I choose to follow what the greatest do " così Anderson sussurra nella prima traccia dell' album " The Bird " , svelandoci il segreto della sua musica. Contemporaneamente l' artista racconta come questa si sia catapultata nella sua vita sottoforma di uccellino, mentre la sorella canta vecchie canzoni di Whitney Houston , mentre la madre perde i suoi risparmi al tavolo da gioco e mentre il padre marcisce in prigione. 

 

Ciò che più colpisce dell' album è la perfetta unione di generi e stili, che non stona mai e che conferisce al progetto un'identità trasversale, che fa da manifesto e abbraccia un' intera cultura, quella della black music. 

Nel corso dell'album, infatti, le sonorità toccate sono differenti ; Madlib in " The Waters ", 9th Wonder e Rapsody in " Without you "e Hi- Tek in " Come down " garantiscono la presenza di una massiccia dose di sound hip-hop.  Altre tracce, invece, sono un vero e proprio tributo alla cultura nera del ventennio 60'/80', reinventata in chiave moderna. " Put Me Thru " si avvicina al soul anni 60', cosi come " Am I Wrong " realizzata con Schoolboy Q richiama il funk del decennio successivo, mentre " Celebrate " e " Silicon Valley " sono due belle ballate R'n'B. 

Anche The Game è presente nell'album in " Room In Here ", accompagnato dalla voce di Sonyae Elise, il Free Nationals United Fellowship Choir in " Lite Weight " e Talib Kweli nella closing track " The Dreamer ".

 

" Malibu " si dimostra un album fatto col cuore, unito a spirito di sacrificio, umiltà e dedizione. Un album che porta con sè i segreti di quella faccia della medaglia così oscura e scolorita ; quei segreti che hanno permesso ad Anderson di sbocciare, guardando al passato con rivincita e redenzione. 

 

TRACKLIST :

1-The Bird
2-Heart Don't Stand a Chance
3-The Waters (feat. BJ the Chicago Kid)
4-The Season / Carry Me
5-Put Me Thru
6-Am I Wrong (feat. ScHoolboy Q)
7-Without You (feat. Rapsody)
8-Parking Lot
9-Lite Weight (feat. The Free Nations United Fellows Fellowship Choir)
10-Room In Here (feat. The Game & Sonya Elise)
11-Waterfall (Interluuube)
12-Your Prime
13-Come Down
14-Silicon Valley
15-Celebrate
16-The Dreamer (feat. Talib Kweli & Timan Family Choir)

 

anderson paak ft. schoolboy q

am i wrong

Scritto da : THEO

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